Negli ultimi anni si sono sviluppate molte tecnologie che possono essere impiegate in ambito professionale con diversi obiettivi: dal training alla rilevazione dei rischi ambientali, dal miglioramento delle performance ad un efficientamento delle attività manutentive.
L’eye tracking è una di queste. Già utilizzato in ambito medico/sanitario, nel mondo dell’assistenza (permettendo di usare gli occhi per comunicare a chi si trova allettato e non ha altre possibilità di interazioni), nel marketing (per comprendere più a fondo il comportamento dei consumatori), nella realizzazione di prodotti e servizi (per renderli più fruibili dagli utilizzatori finali), viene oggi impiegato sempre più spesso anche in ambito industriale, lavorativo e nelle performance sportive.
L’estensione dei campi di utilizzo al di fuori dei laboratori scientifici è stata possibile grazie alla diminuzione della invasività di questa strumentazione. Attualmente gli eye tracker hanno raggiunto una portabilità tale da non interrompere o influenzare l’attività di chi li sta indossando o utilizzando.
COME FUNZIONA
L’eye tracker è uno strumento che consente di registrare e valutare i movimenti oculari di una persona, permettendo di comprendere dove sta guardando, a cosa sta dedicando attenzione e, di contro, quali stimoli sta trascurando.
Il funzionamento è basato su un sistema che sfrutta una luce con una frequenza vicino all’infrarosso. Questa banda di frequenza è al di sotto della nostra soglia percettiva, pertanto non la vediamo ad occhio nudo, ma quando è diretta verso gli occhi, genera un riflesso fisiologico della cornea che è invece visibile. Tale riflesso viene catturato da videocamere, integrate nel dispositivo, che permettono di riscostruire con grande precisione e accuratezza la direzione dello sguardo.
Oltre ad essa, l’eye tracking rileva anche la posizione e l’orientamento della testa e, grazie al giroscopio integrato, anche la posizione e i movimenti del corpo. Consentendoci di monitorare in tempo reale l’attività professionale attraverso gli occhi e la prospettiva unica dell’operatore, questa tecnologia ci dà accesso ad una serie di dati oggettivi e comportamentali – spesso adottati senza che il lavoratore ne sia completamente consapevole – che possono integrare gli attuali metodi di valutazione delle performance e di programmazione degli interventi di formazione.
I CAMPI DI APPLICAZIONE PROFESSIONALE
Nell’orizzonte delle Professional Performance, le aree in cui questa tecnologia viene applicata sono:
- TRAINING: nelle mansioni che implicano compiti complessi, è difficile per l’esperto trasmettere al novizio una serie di tecniche e pratiche che sono state acquisite con l’esperienza (per esempio, come reperire le informazioni, su quali elementi basare le decisioni, quali modalità esecutive è più conveniente adottare). Monitorando con eye tracking le dinamiche operative dell’operatore esperto, viene delineata una strategia visiva/comportamentale ottimale e, a partire da essa, si strutturano dei protocolli di training maggiormente efficienti in termini di tempi e costi. Quindi come strumento di coaching, il tracker serve per seguire dal vivo l’operato del lavoratore in addestramento in modo da dargli feedback immediati, anche in quei contesti in cui, per vari motivi, non è possibile realizzare una presenza in situ del supervisore. Nei contesti internazionali, inoltre, permette di mostrare il comportamento visivo e operativo superando la mediazione linguistica che spesso causa fraintendimenti. La conoscenza dell’esperto, così messa a sistema, non solo passa al novizio, ma diventa un asset dell’azienda stessa e non si disperde quando il lavoratore con elevate competenze, abbandona o cambia mansione.
- PRODUTTIVITÀ: vengono identificati i processi disfunzionali che non permettono di raggiungere l’eccellenza operativa e rimossi tutti gli ostacoli alla corretta esecuzione di un compito. Inoltre, si migliora l’usabilità degli strumenti e si cerca di facilitare l’interazione con l’equipaggiamento e l’ambiente di lavoro. Si evidenziano le mansioni che richiedono un carico cognitivo eccessivo e si cerca di modificarle. La riduzione del carico cognitivo per il lavoratore ha una positiva ripercussione sul numero degli errori compiuti.
- SICUREZZA: vengono misurate con una maggiore precisione e oggettività il livello di percezione del rischio e le strategie attenzionali, allo scopo di implementare o migliorare la segnaletica di pericolo e aumentare le capacità discriminative dell’operatore La concentrazione, la focalizzazione su alcuni elementi e la misura delle capacità attentive e di come vengono distribuite, è un indicatore chiave nel concetto di ‘situational awareness’ che è quell’atteggiamento che consente di raggiungere la consapevolezza dell’ambiente in cui siamo inseriti, di capire quali problemi si dovranno affrontare e quanto gravi essi siano. La mancanza o la perdita temporanea della consapevolezza situazionale può essere una concausa di incidente od errore umano.