Il mondo del cinema ci ha portato a concepire la macchina della verità come uno strumento composto da alcuni sensori che si posizionano sulle dita e sul petto del presunto criminale.
Il fine è quello di individuare dei pattern specifici nella variazione dei segnali biometrici che siano indice di “menzogna”. Ma una persona può imparare a controllare le risposte fisiologiche, almeno in parte, ed a “raggirare” lo strumento.
IL POLIGRAFO
Il nome di questo strumento è “Poligrafo”. Un poligrafo (una macchina della verità) registra le risposte fisiologiche mentre la persona risponde ad alcune domande. Un problema generale di tutti i metodi poligrafici è che rilevano aumenti nelle misure biometriche che siano indice di un aumento dell’eccitazione, tipicamente interpretati come riflesso di colpa o paura, il che non è sempre vero (Ganis et al., 2003).
Tuttavia, i movimenti oculari sono più difficili da controllare inconsciamente.
In un esperimento è stato chiesto ai partecipanti di riprodurre con il loro sguardo la traiettoria di un puntatore sullo schermo e, anche in un contesto così controllato, i soggetti non erano consapevoli del 42-55% dei loro movimenti oculari (Marti et al., 2014).
Diversi esperimenti, condotti con l’utilizzo di un Eye Tracker, hanno dimostrato che i movimenti oculari dei bugiardi differiscono da quelli delle persone innocenti. Ecco come:
- PUPILLE DILATATE: che sono associate allo stato di maggiore ansia e al carico della memoria di lavoro (Proudfoot et al., 2016).
- LA STRATEGIA DELL’EVITAMENTO: quando il soggetto cerca di non guardare l'”oggetto del reato” e presta invece maggiore attenzione agli oggetti neutri (Proudfoot et al., 2016, Kim et al., 2016).
- CAMBIAMENTO NELLA FREQUENZA DEGLI AMMICCAMENTI: nel momento in cui una persona sta dicendo una bugia, il numero di ammiccamenti è inferiore rispetto allo stato neutro, ma dopo che la persona ha mentito il numero di ammiccamenti aumenta drasticamente (Vrij et al., 2008).