Quando si realizzano delle ricerche di mercato, com’è possibile superare il “dichiarato” e arrivare a rilevare le risposte “inconsapevoli”?
Lo spieghiamo in modo semplice, partendo dalle basi.
Strumenti neurofisiologici come l’EEG e l’Eyetraker permettono di valutare le risposte cognitive ed emotive del consumatore di fronte a un determinato prodotto e di prevederne il comportamento d’acquisto (Rawnaque et al., 2020).
QUALI STRUMENTI?
Ognuno di questi strumenti è specializzato nella raccolta di un tipo certo di informazioni: per esempio, l’eye-tracker ci permette di analizzare il movimento oculare, mentre l’EEG alcuni processi cognitivi come l’engagement, la memorization, la valence e il workload (per info ti consiglio di curiosare nel sito di Bitbrain QUI)
SINCRONIZZAZIONE
Nell’utilizzo di questi dispositivi, una delle maggiori difficoltà che riscontrano gli “addetti ai lavori” è la loro sincronizzazione, ovvero l’allineamento dei tempi di acquisizione di un determinato dato rispetto alla presentazione del prodotto oggetto dello studio o l’inizio di uno specifico task.
Tuttavia, la tecnologia oggi ci viene in soccorso e ci permette si superare anche questo limite! Quello che vedrete nel video qui sotto è la registrazione di una rilevazione EEG compiuta in sincro con una eyetracking.
I 4 tracciati a destra sono alcuni dei possibili processi che si possono rilevare tramite il modello EEG che abbiamo utilizzato (Diadem di Bitbrain), mentre il cerchio blu che si muove sullo spot è il movimento oculare che abbiamo rilevato tramite l’eye-tracker Tobii Pro-Nano.
Quindi, come potete vedere, è possibile sincronizzare questi due dispositivi.
Bitbrain – Diadem helmet
Eye tracker Tobii Pro Nano
In concreto, quali vantaggi ci porta la sincronizzazione? Quali insight possiamo ricavare dall’utilizzo congiunto di questi due strumenti?
La sincronizzazione dei dispositivi dà la possibilità di correlare in maniera più precisa il comportamento visivo con quello celebrale. Questo consente di affermare con maggiore precisione e sicurezza che in un dato momento i partecipanti del nostro studio hanno manifestato una serie di comportamenti specifici.
La sincronizzazione ci consente valutare, per esempio, il modo in cui i partecipanti raccolgono le informazioni, quali considerano rilevanti e quali trascurano, quali fattori catturano maggiormente la loro attenzione, quali stati mentali generano. Possiamo così trarre delle conclusioni relative all’efficacia dello storytelling dello spot, la sua piacevolezza e memorabilità.
Tutto questo incide molto sul comportamento futuro del consumatore in relazione al prodotto pubblicizzato.
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